15 Ottobre 2025

Un team non si guida solo con obiettivi: serve energia condivisa.

Sì, serve energia condivisa. Molti manager credono che fissare obiettivi chiari sia sufficiente per garantire la performance del team. Ed è vero: senza obiettivi non c’è direzione. Ma la realtà è che gli obiettivi, da soli, non bastano.

La ricerca sulla psicologia dei gruppi (ad esempio il modello della piramide di Lencioni o gli studi di Amy Edmondson sulla sicurezza psicologica) mostra che i team performanti non funzionano come “macchine orientate al target”. Funzionano come sistemi viventi, che hanno bisogno di energia, fiducia e motivazione condivisa.

Questa energia non nasce per caso. Si costruisce ogni giorno, nelle piccole interazioni. Così come il clima nel tuo gruppo: non nasce solo da corsi di formazione o riunioni eccellenti. Nasce dalla pratica quotidiana, dalle piccole scelte costanti che fai come leader.

Perché l’energia condivisa fa la differenza

Pensiamo a due squadre con le stesse competenze e obiettivi. La prima lavora in un clima di freddezza, in cui ognuno pensa solo al proprio compito. La seconda, invece, si sostiene, condivide idee, celebra i progressi insieme. I risultati nel medio periodo non saranno gli stessi: il secondo team avrà più resilienza, più capacità di innovare e più velocità nel reagire ai cambiamenti.

L’energia condivisa è ciò che trasforma un gruppo di professionisti in una squadra vera. È fatta di relazioni di fiducia, di scambi reciproci, di motivazione che circola. Non dipende solo dal leader, ma il leader ha un ruolo decisivo nell’attivarla e nel mantenerla viva.

Tre pratiche chiave per generarla

  1. Parlare apertamente
    Creare spazi dove le persone possano esprimere dubbi, idee e persino errori senza paura di giudizio. Questo attiva la sicurezza psicologica e libera creatività.
  2. Ascoltarsi davvero
    Non è solo sentire le parole degli altri, ma coglierne i bisogni e i significati. Un ascolto profondo fa sentire ciascuno parte di qualcosa di più grande.
  3. Riconoscersi
    Celebrare i contributi, dare feedback positivi, ringraziare. Un gesto semplice che alimenta fiducia e senso di appartenenza.

Da dove iniziare

Un leader non deve stravolgere il proprio modo di condurre: può attivare energia condivisa anche con piccoli accorgimenti. Ad esempio:

  • Riformula le riunioni operative: non limitarti a chiedere “a che punto siamo”, ma aggiungi una domanda come “Chi (o cosa) ci ha aiutato ad avanzare in questa fase?”. Porta l’attenzione sul contributo reciproco senza forzare condivisioni personali.
  • Dài feedback “al volo”: cogli al volo le occasioni, anche informali, per riconoscere un gesto di collaborazione (“Ottimo come hai supportato Marco su quella presentazione”). Sono 10 secondi che generano energia nel gruppo.
  • Mostra vulnerabilità positiva: racconta brevemente un tuo dubbio o un ostacolo affrontato, e come il team ti ha aiutato a superarlo. È un modo semplice per aprire lo spazio a conversazioni autentiche, senza chiedere al team di “fare un giro tavolo”.

Queste micro-pratiche non richiedono tempo extra, ma cambiano il tono delle interazioni: da fredde e focalizzate solo sui numeri, a relazioni in cui si riconosce il valore di lavorare insieme.


🎯 Conclusione
Un team cresce davvero quando obiettivi e performance si accompagnano a fiducia, ascolto e riconoscimento reciproco. Non è un “extra”: è la condizione che permette ai risultati di arrivare e durare nel tempo.

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