Spoiler: Le emozioni non derivano inesorabilmente da eventi esterni, ma da ciò che pensiamo di questi eventi e, di fatto, possiamo modificare ciò che pensiamo. E cosa c’entra l’ABC?
Le convinzioni (Beliefs) riguardo un’avversità (Adversity) – e non l’avversità in sé – provocano sensazioni conseguenti (Consequent).
Fa un po’ il paio di quando scrivo (e lo scrivo spesso) che la realtà è data, siamo noi che le diamo valenza positiva o negativa a seconda dei nostri pensieri. Noi possiamo agire sui nostri pensieri.
Sono le nostre idee, preconcetti, convinzioni, insomma il quadro che ci facciamo noi dell’avversità che modulano il modo in cui ci sentiamo, non l’avversità in sé. Per questo, a parità di condizioni, alcune persone sono in grado di reagire prima di altre, di affrontare le avversità in modo resiliente. Perché cambia quello che diciamo a noi stessi in merito a quelle avversità.
Un esempio?
“Non ho superato quell’esame perché sono uno zuccone” o perché sapevano già chi promuovere, o perché non mi hanno ascoltato. In tutti questi casi, io NON HO potere di cambiare le cose.
“Non ho superato quell’esame perché non mi sono preparato a sufficienza” o perché ero troppo emozionato, o perché sono arrivato in ritardo. In questi casi io HO potere di modificare le cose.
Qual è, dunque, il tipo di discorso con noi stessi che ci conviene adottare? Lavoriamo sull’oggettività, non sulle opinioni o le convinzioni.
Se non sai quale sia il modo preponderante con cui conversi con te stesso, prova a tenere per qualche settimana un semplice tracciamento delle tue avversità:
Avversità _______________ Convinzione _______________ Conseguenza ____________
Provo io?
Avversità: mio figlio di quattro anni non mi ascolta e ci mette un’ora per prepararsi al mattino. Convinzione: non rispetta la mia autorità, mi prende in giro e mi sfida. Conseguenza: mi arrabbio e urlo.
Forse è meglio così:
Avversità: mio figlio di quattro anni non mi ascolta e ci mette un’ora per prepararsi al mattino. Convinzione: sta sperimentando il suo potere e non ha ancora ben presenti i concetti di orario e ritardo. Conseguenza: porto pazienza e glielo spiego ancora una volta.
Prova tu ora!
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