15 Febbraio 2022

Rimuginio e ruminazione

Guy Winch, psicologo, ci parla in questo video di come le basi per lo stress lavorativo non si creino tanto durante le ore lavorative quanto nel nostro tempo libero, quando ci lasciamo portare da rimuginio e ruminazione.

E' quando siamo fuori dal nostro orario o ambito lavorativo e dovremmo recuperare energia che, involontariamente, iniziamo a pensare a quello che abbiamo fatto o che dovremmo fare.

Questi sono pensieri improduttivi, che non ci aiutano in alcun modo ad essere più efficienti o efficaci, ma semplicemente ci riportano a decisioni già prese o ci spostano verso un futuro che, per sua natura, è aleatorio.

Viene chiamato rimuginio, o ruminazione, proprio come le mucche che masticano e rimasticano la stessa erba più volte.

Che differenza c’è tra i due? Il rimuginio è una sequela di pensieri con valenza negativa e difficilmente controllabili che mettiamo in atto cercando di prendere una decisione o risolvere un problema dal risultato incerto.

La ruminazione riguarda maggiormente il passato, perdite, fallimenti, accadimenti negativi su cui si ritorna continuamente, senza alcuna utilità se non quella di prolungare la sofferenza.

Il problema è che, lo sappiamo, non serve che accadano le cose affinché il nostro corpo risponda, ma basta solo il pensiero per attivare tutte le risposte fisiche e psicologiche. Se abbiamo pensieri negativi, il nostro corpo li percepisce proprio come se le cose stessero realmente accadendo. Un esempio? Pensa continuamente e intensamente al prossimo difficile colloquio che dovrai fare (con clienti, colleghi o capi) e il tuo corpo produrrà ormone dello stress, così come se lo stessi realmente facendo. Peggio: almeno il colloquio difficile lo faresti una sola volta, i pensieri ti possono assalire tutte le volte che lo concederai loro.

Rimuginio e ruminazioni sono involontarie e di difficile controllo. Ma è quando ci stacchiamo dal mondo lavorativo e lasciamo la nostra mente libera di vagare che ci riposiamo, ricarichiamo le energie, coltiviamo relazioni sociali essenziali, riequilibriamo il nostro umore e perfino costruiamo la nostra identità.

E quindi? Qualche consiglio:

Inizia definendo esattamente quando smettere di lavorare ogni sera e cerca di rispettare questo limite.

Quando sei fuori da questo orario, definisci se e quando controllare le email, e fallo solo in quel momento. Non lasciare che siano loro a controllare te, ma dedica loro un tempo da te definito.

Definisci dei confini tra lavoro e casa. Anche se lavori da casa, fallo in un posto definito, vestiti come se andassi in ufficio e poi, finito il tempo del lavoro, cambiati e spostati.

Lascia andare il pensiero “ho un sacco di lavoro da fare” modificandolo in “ora programmo esattamente quello che dovrò fare in agenda”. Lascia perdere le to do list e fissa direttamente in agenda gli spazi di cui hai bisogno per portare avanti i tuoi lavori. Saprai che avrai esattamente il tempo che ti serve per portare avanti i tuoi obiettivi e potrai scaricare la mente.

A volte per evitare il burnout non serve cambiare lavoro, ma il modo in cui pensiamo ad esso.

E tu? Quante volte pensi al lavoro quando stai vivendo tempo per te e la tua famiglia? Quanto sono produttivi questi pensieri?

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roberta

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