15 Maggio 2022

Emozioni - la storia e la cultura

Ho iniziato un personale viaggio nel mondo delle emozioni, per attrattiva personale e per la convinzione che mi sia utile nella crescita professionale. Inizio quindi un percorso di articoli dedicati al mondo delle emozioni, che riassumeranno i temi che di volta in volta troverò più importanti, sorprendenti o semplicemente che mi risuoneranno di più.

Parto oggi con la storia del concetto di emozione, prendendo spunto da "The book of Human Emotions" di Tiffany Watt Smith. Così come accade per ogni concetto, sono convinta che per meglio comprendere il tema delle emozioni sia importante capire come sia emerso nel mondo, come si sia di volta in volta modificato e come sia attualmente interpretato nelle diverse culture. Un excursus verticale da un lato, orizzontale dall'altro.

Cos'è un'emozione.

La base (e non mi scosterò da essa, per manifesta incompetenza neuroscientifica) la sappiamo ormai quasi tutti. Nella profondità dei nostri lobi temporali si trova una struttura a forma di mandorla chiamata amigdala. Il centro di comando delle nostre emozioni. Valuta costantemente gli stimoli che arrivano dal mondo esterno e, se valuta di intervenire, innesca una varietà di reazioni. Può incidere sul battito cardiaco, sulla sudorazione, sul movimento dei muscoli, sul rilascio di ormoni... Negli ultimi decenni le risonanze magnetiche hanno reso visibile l'insieme di reazioni che si scatenano a livello celebrare.

La storia

Ma se questa è la base scientifica ormai a noi nota, prima di poter parlare di "emozioni" sono dovuti passare millenni di evoluzione umana. Inizialmente, le teorie più antiche vedevano agenti esterni (venti, demoni, spiriti) alla base delle espressioni emotive. Poi Ippocrate rivolse lo sguardo verso l'interno della persona e teorizzò la "medicina umorale" secondo la quale le persone erano guidate dai quattro umori - sangue, bile gialla, bile nera e flemma - che, a seconda della prevalenza, guidavano il comportamento umano.

Le emozioni per come le conosciamo noi hanno avuto origine con la nascita della scienza empirica, verso la metà del Seicento. Fu Thomas Willis a ipotizzare che il sistema nervoso fosse alla base di slanci di gioia o rabbia o nervosismo. All'inizio dell'800 Thomas Brown iniziò a utilizzare il termine emozione, termine già in uso ma utilizzato per descrivere qualunque moto, di corpo e oggetto. In questi decenni, subentra anche Darwin che teorizzò come le emozioni fossero legate al concetto di sopravvivenza della specie. Se esistevano, avevano una funzione specifica di conservazione. Anche Freud, pur non arrivando mai a elaborare una teoria esaustiva su quello che considerava essere le emozioni, ha contribuito con i concetti di repressione e inconscio.

Nel mondo contemporaneo grande rilevanza è data allo studio delle emozioni e oggi i concetti di Intelligenza Emotiva e quoziente emotivo sono familiari grazie allo studio e diffusione delle teorie generate e diffuse da Daniel Goleman in avanti.

Cultura ed emozioni

Ciò che proviamo si intreccia indelebilmente alle aspettative e alle idee portanti della cultura in cui viviamo. Il momento storico in cui si è immersi, i precetti culturali e religiosi, le aspettative, l'esistenza stessa di definizioni date alle singole emozioni condizionano il modo in cui ci sentiamo.

Le stesse emozioni di base così come oggi le conosciamo (gioia, rabbia, disgusto, tristezza, paura, alcuni ci mettono anche la sorpresa), pur essendo comunemente ritenute mattoni fondanti del nostro panorama emotivo, hanno modalità diverse di essere percepite e manifestate nel tempo. Studi di Paul Ekman rivelano che queste emozioni provocano risposte (soprattutto espressive) comuni alla diverse culture. Ma l'importanza e il significato che diamo loro può cambiare.

I significati che attribuiamo a un'emozione cambiano l'esperienza che noi ne facciamo. Senza contesto non è possibile comprendere a pieno le emozioni, ma è nella completezza del quadro che si coglie davvero un'emozione. Spesso si parla dell'importanza di dare un nome alle emozioni. Ma questi nomi non sono delle etichette neutrali. Sono legati ai valori e alle aspettative culturali e comunicano idee riguardo a chi pensiamo di essere. La vera intelligenza emotiva richiede la conoscenza delle forze sociali, politiche e culturali che hanno delineato la nostra concezione delle emozioni e la consapevolezza di come la felicità o l'odio o l'amore o la rabbia continuino a cambiare. A tal proposito vi consiglio questo video che la stessa Tiffany Watt Smith ha dedicato a TED.

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