15 Giugno 2022

Come nasce un'emozione

Continuo il mio viaggio nel mondo delle emozioni. Dopo aver visto come sono studiate e come il contesto storico e culturale condizioni il modo in cui guardiamo alle emozioni, oggi mi soffermo sull'origine delle emozioni. Come nasce un'emozione?

Le emozioni nascono con un meccanismo del tutto involontario, che ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione e continua ad avere una funzione primaria nel nostro equilibrio psicofisico. Abbiamo la sensazione che siano "fuori dal nostro controllo" perché sono risposte automatiche e molto rapide, nell'ordine di millesimi di secondo. La dimensione temporale è proprio un tratto caratterizzante dell'emozione (rapida) e che la differenzia dall'umore (che perdura nel tempo) o il "tratto di personalità" che caratterizza una persona e ne determina il comportamento.

Ma, se è vero che non possiamo impedire l'insorgere di un'emozione, è vero che possiamo riconoscere i segnali che il nostro corpo ci comunica, associarli a una data emozione e gestirli.

Ancora: è vero che non possiamo impedire a un'emozione che consideriamo indesiderata di sorgere, ma è anche vero che con i nostri pensieri possiamo agevolare l'emergere di emozioni che definiamo "positive". I pensieri sono sotto il nostro controllo e, educandoci a gestire i pensieri, possiamo migliorare la gestione delle nostre emozioni.

Diego Ingrassia nel suo libro "Il cuore nella mente" definisce le emozioni come un processo, facendo riferimento a un fenomeno complesso e caratterizzato da una successione coordinata e organizzata di eventi.

Ogni emozione ha una precisa funzione, quella di salvarci o di proteggerci durante un momento in cui percepiamo che sta accadendo qualcosa di importante o di minaccioso per il nostro benessere.

Per questo il nostro corpo reagisce attraverso dei cambiamenti fisiologici che ci permettono di affrontare la situazione, come sudorazione, rossori, espressioni facciali, battito accelerato, e attraverso l'insorgere di pensieri.

Partendo dal presupposto che viviamo in uno stato più o meno cosciente di continua allerta e ricerca di segnali di potenziali pericoli (in parte appreso e in parte innato), ogni emozione nasce da un innesco, spesso chiamato trigger, che può essere una sensazione fisica interna (ad esempio di dolore), un accadimento esterno (esempio il suono di una sirena) o un pensiero (esempio l'anticipazione di un fatto che attendiamo da tempo). Dall'innesco, il nostro corpo reagisce scatenando l'emozione che ritiene più funzionale ad affrontare l'evento.

Questa fase di innesco avviene al di sotto del nostro livello di coscienza e dura meno di mezzo secondo. Ce ne accorgiamo quando le conseguenze fisiche dell'emozione si sono già scatenate. A questo punto subentra il nostro filtro, che si forma attraverso una serie di regole e valori, la nostra visione del mondo.

E' proprio qui che possiamo agire, possiamo lavorare su noi stessi e sulle nostre emozioni, in questo breve spazio temporale tra l'insorgere delle emozioni e l'azione che ne deriva.

Il primo passo è quello di accrescere la nostra consapevolezza, attraverso un'alfabetizzazione delle emozioni (denominarle è il primo passo per comprenderle, come ci insegna la filosofia del linguaggio), ma anche attraverso una presa di coscienza del nostro modo di viverle, dei trigger che ricorrono nella nostra esperienza personale.

Aumentare l'ascolto delle nostre emozioni ci aiuta anche a comprendere quelle degli altri sviluppando relazioni più empatiche.

Il nostro vivere emozioni è mediato da regole chiamate "displey rules" e "feeling rules" ovvero regole innate e acquisite culturalmente su come dobbiamo/possiamo manifestare le nostre emozioni e perfino su quali emozioni sia lecito percepire a seconda del contesto. Queste regole non scritte cambiamo nei contesti storici, culturali, geografici e nel corso della nostra vita.

Il mese prossimo parleremo delle sette emozioni universali.

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