15 Luglio 2022

A cosa servono le emozioni?

Abbiamo visto negli scorsi mesi come nasce un'emozione e come le emozioni sono state considerate nella storia e nei diversi contesti culturali. Oggi chiudiamo la trilogia di articoli con una domanda: a cosa servono le emozioni?

Ogni emozione ha una sua specifica funzione che la motiva e la rende fondamentale per la nostra sopravvivenza. Ci sono innumerevoli emozioni a cui è stato dato un nome, e dalla filosofia del linguaggio sappiamo che avere una parola che descriva un qualcosa è il primo passo per il riconoscimento dell'esistenza di quel concetto. Mi riferisco all'Atlante delle Emozioni Umane di Tiffany Watt Smith, di cui consiglio la lettura.

Nell'analisi delle emozioni vengono considerate "di base" un numero variabile di emozioni, mediamente dalle 5 alle 7. Sdrammatizziamo un po': avete presente il film Inside Out? ecco qui un piccolo ricordo a questo link.

Diego Ingrassia ne "Il cuore nella mente" ne analizza sette: sorpresa, paura, rabbia, disgusto, disprezzo, tristezza e felicità. Lo so, viene spontaneo dividere le emozioni in "positive" e "negative", ma la realtà è che tutte, tutte, le emozioni hanno una loro funzione ben precisa e importante per la nostra vita. Vediamole assieme.

Sorpresa: deriva da un movimento improvviso o inaspettato. Ha lo scopo di far convergere la nostra attenzione verso un target specifico che entra nel nostro ambiente. Aumenta il nostro interesse per la situazione inaspettata che stiamo vivendo, ci porta verso l'apertura (diversamente dalla paura, con la quale è a volte confusa)

Paura: deriva dalla minaccia di essere danneggiati (fisicamente, psicologicamente, economicamente, come status ecc.) e i trigger possono essere molti e soggettivi, legati a esperienze individuali. Lo scopo principale è quello di ridurre il danno, renderci prudenti. Da lei discendono i famosi tre modi di reagire: fly, freeze o fight.

Rabbia: la scatena un'interferenza al raggiungimento di nostri obiettivi e ha proprio lo scopo di rimuovere questa interferenza. Ognuno di noi ha specifici inneschi e soglie di sopportazione diversi, ma in comune abbiamo la possibilità di trarre il buono da questa emozione, chiarendo a noi stessi e a chi altro è coinvolto l'importanza che tali obiettivi rivestono per noi e la modalità più idonea per raggiungerli. La rabbia ci dà energia per reagire e combattere le avversità. Analizziamo e impariamo dalla nostra rabbia, soprattutto dagli schemi ricorrenti.

Disgusto: deriva da un qualcosa che offende la nostra sensibilità, legato a elementi oggettivi (es. nocivi per la nostra incolumità come cibo avariato) o soggettivi (insetti, certi cibi, ma anche modalità di comportamento, l'igiene, perfino il modo di vestirsi). Il fine è quello di rimuovere la fonte di disgusto ed evitare la contaminazione.

Disprezzo: il fattore scatenante è il sentimento di superiorità morale. La comunica espressamente e, a volte, evita in tal modo il conflitto. L'altro viene visto come meno attraente, meno intelligente, in ogni caso diverso e inadeguato. Quasi disumanizzato. La funzione prevalente del disprezzo è affermare la propria superiorità e salvaguardare l'autostima.

Tristezza: ci porta a contatto con la nostra intimità, ci aiuta a scendere in profondità e comprendere le cose con rinnovata consapevolezza. Ci aiuta a recuperare la calma, fa capire agli altri che abbiamo bisogno di aiuto e attenzione. A volte è utile per traghettarci verso altri stati d'animo. Viene scatenata dalla perdita di qualcuno o qualcosa di importante per noi.

Felicità: Ekman definisce ben sedici sotto-emozioni che fanno parte della famiglia della felicità, dal sollievo, all'eccitazione, all'estasi. Deriva direttamente dal piacere e dal benessere e ha lo scopo di comunicare agli altri la propria apertura e che non si è una minaccia. Lo sappiamo bene quando qualcuno ci accoglie con un sorriso sincero.

Capire le emozioni è il primo passo verso la loro accettazione. E l'accettazione è, a sua volta, indispensabile per la loro gestione. Impariamo ad ascoltarci di più e a cogliere tutto ciò che le nostre emozioni vogliono dirci.

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