15 Maggio 2023

IL MODELLO GROW

All'inizio degli anni '90, dopo un periodo di analisi e sperimentazioni sul campo, è stato pubblicato da John Whitmore e ha preso piede uno dei modelli di coaching più utilizzati e conosciuti al mondo, definito dall'acronimo GROW.

Il modello GROW, prevede che negli incontri di coaching si segua un ordine nell'analisi dei diversi aspetti, una sorta di definizione step by step dei temi trattati che agevola lo scorrere delle idee e la presa di consapevolezza conseguente. vediamo per cosa stanno le lettere GROW:

G: goal, obiettivo

R: reality, realtà

O: options, opzioni

W: will, volontà

Attenzione: non significa che un bravo coach debba seguire pedissequamente e a compartimenti stagni questo ordine di trattazione. E' un processo che va ripetuto a più riprese, ognuna propedeutica all'altra. Si può abbozzare un obiettivo andando poi ad indagare realtà e tornando poi a una maggiore definizione dell'obiettivo. Oppure arrivare alle volontà e capire che ci sono opzioni non adeguatamente esplorate, e via così. Io lo vedo come un processo a spirale, in cui si può tornare e ritornare sugli argomenti allo scopo di avere una maggiore profondità e precisione d'intenti.

Provo a entrare un po' più in dettaglio, per quanto possibile in questo contesto, delle singole fasi.

G, Goal - Obiettivo:

lo dico sempre, ogni sessione di coaching deve avere un obiettivo, che sia parte del più grande obiettivo del percorso di coaching. Nella fase di goal setting, si identifica l'obiettivo, distinguendolo tra finale, di performance, di processo. Le domande sono le classiche: "cosa vorresti aver ottenuto alla fine della sessione?" oppure "quale risultato a fine sessione renderà questo tempo speso bene?".

La regola base qui è che l'obiettivo sia interamente nelle mani della persona. Gli obiettivi finali, quelli che a volte chiamo i desiderata, vanno bene per stimolare il pensiero a lungo termine, per avere una visione della direzione. Ma per muoversi è necessario avere un obiettivo che sia in nostro potere perseguire, un obiettivo di performance. Es: vincere il contest xy può stimolarci, ma non dipende da noi, dipende anche dai risultati degli altri e mille altri fattori; voglio incontrare 10 clienti a settimana è un obiettivo che dipende al 99% da noi.

R, Reality - Realtà:

una volta stabilità la direzione in cui vogliamo andare, è importante capire con oggettività la realtà in cui siamo immersi. Con oggettività, dividendo i fatti dalle opinioni, avendo abbastanza autocoscienza da percepire il più possibile i fattori interiori che distorcono le nostre percezioni della realtà. Bisogna aver cura di restare più sulla descrizione, non scivolando sul giudizio. Qui può aiutare molto anche il feedback del coach o il coaching di osservazione (shadow coaching).

O, Options - Opzioni:

L'idea è quella di trovare quanti più corsi d'azione possibile, non necessariamente subito la risposta "giusta". Si tratta di una fase di brainstrorming, che deve seguire le regole del brainstorming: formulazioni positive, vale tutto, si valuteranno solo successivamente dati oggettivi di fattibilità. Anche l'idea più astrusa può generare di conseguenza quella vincente. Spesso in questa fase propongo domande che iniziano con "se il denaro non fosse un tema, ..." oppure "se non avessi timore di fallire, ..." Le opzioni si possono poi mappare, elencare, suddividere in categorie, selezionare.

W, Will - Volontà:

Una volta partiti da un obiettivo, analizzata la realtà, identificato le opzioni (e fatto e rifatto questo giro ogni volta che serve per una maggiore consapevolezza e profondità), a questo punto arriva la domanda "Cosa vuoi fare?". Withmore divide questa fase in due stadi: determinare come rendere conto e follow-up e feedback.

Il come rendere conto (di cosa, a chi, quando) presuppone che sia abbia un piano d'azione ben preciso, misurabile, raggiungibile e un accountability partner, che può essere il coach stesso. Cosa esattamente farai, quando lo farai, in che modo questo servirà al raggiungimento del tuo obiettivo, quali ostacoli potrai incontrare, chi deve saperlo, che sostegno necessiti e come te lo procurerai. E, infine, quanto sei motivato da 1 a 10 a compiere questa azione? cosa impedisce che il tuo impegno sia 10?

il follow up serve per evidenziare come stanno andando le cose, è luogo di apprendimento non di giudizio e ha luogo anche attraverso feedback del coach.

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