La Teoria dell’Autodeterminazione nasce nel 1985 dagli autori Deci e Ryan. Edward L. Deci è professore di psicologia e scienze sociali presso l’Università di Rochester (New York) negli Stati Uniti; Richard M. Ryan è professore presso l’Istituto di Psicologia ed Educazione dell’Università Cattolica Australiana e professore di ricerca presso l’Università di Rochester.
Entrambi hanno lavorato a lungo sulle origini della motivazione a compiere azioni negli individui, partendo dall'idea di base, presente in molte teorie, secondo cui gli individui sono mossi da tre bisogni fondamentali e innati:
Bisogno di Competenza: riguarda le interazioni con l’ambiente, e la possibilità di esprimere ed esercitare le proprie capacità di svolgere un ruolo o completare un compito. E' un bisogno che si riferisce a un senso di efficienza e che alimenta la curiosità negli individui e il desiderio di affrontare le sfide. Fin da bambino, si concretizza nel fare.
Bisogno di Autonomia: riguarda la possibilità di scegliere in modo autonomo, senza imposizioni. Il potere di agire in modo indipendente, senza essere controllati da forze o input esterni. Fa sentire in armonia con la propria identità, e coerenti con se stessi. E’ una forma di affermazione di sé.
Bisogno di Relazionalità: riguarda le relazioni, il sentirsi parte di un gruppo in cui ci si trova a proprio agio. Intrecciare reti e condividere. Permette agli individui di sentirsi legati alle persone che ritengono importanti per loro e, in cambio, le incoraggia a sentirsi a loro volta rilevanti per altri.
Più si soddisfano questi bisogni, più si crea l’ambiente adatto per aumentare la motivazione intrinseca.
Partiamo dalle definizioni: per motivazione intrinseca si intende l’innata preferenza a svolgere certe attività per il semplice gusto di affrontarle, in assenza di qualsivoglia pressione esterna e si contrappone (ma si completa) con la motivazione estrinseca, intesa come quel tipo di motivazione guidata da fattori esterni e sociali.
Se è vero che ciascun individuo ha una innata motivazione verso determinate attività, è altrettanto vero che questa può essere influenzata dal contesto circostante. L'ambiente esterno può promuovere l'autodeterminazione qualora vengano soddisfatti i tre bisogni innati di Autonomia, Competenza e Relazione, ma può anche tarparla, qualora vengano minate le basi di autodeterminazione o di autoefficacia o di relazione.
La motivazione Estrinseca si può a sua volta suddividere in 4 livelli, in cui la motivazione passa da interamente esterna a integrata:
Il punto fondamentale della motivazione intrinseca è che faccio l'azione per il puro piacere di farla. Ho piacere e motivazione nell’azione in sé, senza alcun bisogno di rinforzi dall'esterno. E' la punta massima di motivazione. Gioco a tennis perché mi piace, non perché sono bravo, per un premio in denaro, per incontrare persone.
Qui c'è molto di quella che Csikszentmihalyi chiama “esperienza di flusso”: quando siamo profondamente concentrati in un’attività che ci appassiona, non esiste nient’altro che l’attività, si crea una sorta di fusione tra l’attività e il Sé, laddove si possono esplicare le abilità senza tante difficoltà, dimenticandosi del tempo che scorre.
Gli individui con motivazione intrinseca si possono riconoscere perché hanno consapevolezza dei propri interessi e delle proprie preferenze; dei propri punti di forza e debolezza, fanno scelte e considerano più opzioni, valutano l’efficacia delle proprie decisioni. Hanno senso di autoefficacia: credenze positive circa la propria capacità di agire e fiducia in se stessi. SI rapportano all'ambiente con indipendenza pur riconoscendo la propria interdipendenza da altri, sostengono e difendono i propri diritti, sanno comunicare agli altri i propri bisogni. Hanno costanza nell'azione: sono perseveranti nel perseguimento di obiettivi significativi, sono sistematici, si autoregolano.
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